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Romagnoli
Beitrittsdatum:
12/03/2008
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Weiblich
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Titel des Artikels: Ci vediamo sul messenger
Erstellungsdatum:
12/03/2008
Aktualisiert am:
12/03/2008
Sprache:
Italian
Kategorie:
Translation
TranslatorPub.Com Rang:
63
Views:
3577
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Text:
Una delle ragioni per cui io, personalmente, non sono nazionalista, è per il sacrosanto semplice motivo che quasi tutti gli spagnoli più giovani di 30 anni sono globalmente sincronizzati. Per esempio, basta fare un giro davanti alle chiassose uscite degli istitutos spagnoli, dei lyceé francesi, delle scuole italiane o dei college del Massachusetts, oltre che le uscite delle accademie coreane e i ginnasi tedeschi, per scoprire che ogni tribù adolescenziale e giovani gruppo di amici nel mondo, più o meno alla stessa ora dell’esodo verso casa, tutte, pronunciano la stessa frase: “Ci vediamo su Messenger”.
Spero che a questo punto del millennio e in questo supplemento domenicale, soprattutto se i lettori sono genitori o nonni di adolescenti, non ci sia alcun bisogno di spiegare che questa storia dell’appuntamento globalmente sincronizzato su messenger non si riferisce a una mega discoteca, né ad un locale hip – hop o alla movida notturna. Solo si riferisce al ragazzo che torna a casa tranquillamente, si chiude nella camera, accende il computer dotato di collegamento internet e si connette automaticamente e gratuitamente ai programmi di messaggeria istantanea di MSN, Yahoo! o Wanadoo e passa il resto della giornata casalinga chiacchierando / chattando con gli amici o le nuove conquiste fino all’ora di andare a letto ed oltre. Non parlo, non ne abbiano a male i cacciatori di tendenze, di una di quelle piccole mode passeggere. Parlo di quel centinaio di milioni di fanatici mondiali del messenger, tra i 12 e 25 anni, che tutte le sere utilizzano i programmi di messaggeria istantanea, webcam compresa, per scambiare pensieri, immagini e musica, di tutto un po’ e sempre contaminate dalle famose incontaminate tre galassie di McLuhan ( Gutenberg, Marconi e Von Neuman ). Un fenomeno che in Spagna, secondo gli ultimi sondaggi nazionali di Nielsen / Netratings1, i Sofres del cyberspazio, ormai conta circa 6 milioni di utenti attivi. Ci sono pochi mezzi di comunicazione che qui arrivano ad un’utenza di questo calibro e soprattutto che sono mondialmente sincronizzati, e tutto sembra indicare che il fenomeno di comunicazione alternativa tra i minori di 30 anni è solo all’inizio. Questo ha cambiato molte cose.
Innanzitutto, la messaggeria istantanea ha cambiato sostanzialmente il rumore nelle case. Ora, un adolescente chiuso nella sua camera ed attaccati a messenger non produce più i decibel di una volta. Mentre scrivono nella messaggeria istantanea non rimbombano per la casa i ritmi sincopati del rock né i bassi in quattro quarti del rap, e l’unico rumore casalingo degno di nota è la TV spazzatura dei due canali italiani trasmessi in Spagna. La tana dell’adolescente ha smesso di essere il principale luogo di emissione di fracasso casalingo.
La musica continua ad essere l’alimento vitale nel celebre castello inespugnabile dell’adolescente, ovvio, ma ora si consuma con potenti cuffie o si scarica illegalmente da internet con i minuscoli auricolari del lettore MP3, mentre le dita battono silenziosamente sulla tastiera nel messenger o scrivono freneticamente i blog ribelli. Il problema è che l’improvviso e prolungato silenzio proveniente dalla stanza più inaccessibile e sincronizzata della casa provoca anche allarmi familiari. Chissà cosa starà facendo tutto il santo giorno rinchiuso lì dentro, senza far rumore e gratuitamente, diranno i responsabili morali dell’adolescente pensando non solo a ciò che tradizionalmente si pensa, ma anche a quell’infinità di pericoli che accecano gli internauti incauti e che ancora in Spagna continuano ad essere preda di articoli sensazionalistici nella prima pagina.
La seconda cosa che l’uso diffuso dei programmi di messaggeria istantanea ( e dei blog, e delle email ) ha cambiato radicalmente è l’idea sacralizzata secondo la quale la scrittura è un’attività riservata alle elite letterarie, agli intellettuali, e che si trova in totale incompatibilità con gli schermi delle nuove tecnologie e delle nuove generazioni. A quanto pare, infatti, i discreditati ‘screen – agers’, i nostri computerofili minori di 30 anni, risultano essere grafomani dotati di molta attenzione, e anche se escono dalla scuola o dall’uni incapaci di scrivere, non viene loro insegnato a scrivere né tantomeno vengono indotti al piacere della lettura ( tanto è tutto uguale ), si danno appuntamento in massa all’uscita di scuola per scrivere freneticamente per ore nei programmi di messaggeria istantanea della rete. Lo faranno con errori di ortografia, con parole inventate e con una sintassi e sinderesi che ricorda molto gli esperimenti avanguardisti di Joyce e Burroughs, la scrittura automatica e simultanea dei surrealisti o la intertestualità multimediale degli anni 70; tutto quello che si vuole, ma trascorrono i migliori anni della loro vita scrivendo al computer. E a me, personalmente la realtà seimillionaria di alcune generazioni sincronizzate mondialmente e che inoltre dedicano le sere e le notti a quel piacere solitario della scrittura di cui parlava Barthes, scrittura con cuffie o senza, mi mette di buon umore nazionale.
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